Il Museo di Huelva si trova nell’Alameda Sundheim, uno dei viali più emblematici della città, configurato come passeggiata invernale e residenza dell’alta borghesia nei primi decenni del XX secolo. Il Museo è stato inaugurato nel 1973 e offre alla città uno spazio culturale in cui sono esposti reperti archeologici della preistoria di Huelva e le ultime manifestazioni artistiche del XX secolo, come le opere di Daniel Vázquez Díaz e José Caballero.
L’edificio del Museo di Huelva è stato progettato dall’architetto sivigliano Lorenzo Martín Nieto, responsabile anche del restauro dell’eremo di San Pedro e del Museo di Arti e Costumi Popolari di Aracena. L’edificio, che rifugge da ogni eccesso architettonico, è una costruzione armoniosa in stile andaluso, con accenni al mudéjarismo nella ferramenta e un ingresso-giardino che, secondo le teorie dell’epoca, era uno schermo di vegetazione per isolare l’edificio e le opere in esso contenute.
Il museo si sviluppa su tre piani e un seminterrato ed è suddiviso in due sezioni principali: Archeologia e Belle Arti.
La sala più visitata e conosciuta del Museo è quella dell’archeologia permanente dove, in blocchi cronologici chiaramente differenziati, sono esposti i resti archeologici del Paleolitico e del Neolitico, dell’Età del Bronzo fino ai reperti del Cabezo de La Joya e del Cabezo de San Pedro.
Il museo si sviluppa su tre piani e un seminterrato ed è suddiviso in due sezioni principali: Archeologia e Belle Arti.
La sala più visitata e conosciuta del Museo è quella dell’archeologia permanente dove, in blocchi cronologici chiaramente differenziati, sono esposti i resti archeologici del Paleolitico e del Neolitico, dell’Età del Bronzo fino ai reperti del Cabezo de La Joya e del Cabezo de San Pedro.
I siti archeologici tartassici, intitolati “Tartessos, del mito a la realidad” (Tartessos, dal mito alla realtà), rivestono un’importanza particolare in questa sala, offrendo un viaggio attraverso l’Andalusia tartassica e altre civiltà contemporanee che si affacciavano sulle nostre coste, come i Fenici e i Greci. Il piano terra presenta, a partire dall’epoca romana, la cosiddetta NORIA DE RIO TINTO, che apre un nuovo periodo archeologico all’interno del Museo.
Al primo piano si trovano le sale espositive dedicate alle Belle Arti, una delle quali è la sala espositiva permanente con opere che vanno dal XIII secolo fino a opere del 1992, sia nella scultura che nella pittura.
Il secondo piano è dedicato ai servizi interni, mentre il seminterrato ospita le aree di manutenzione e di stoccaggio dei reperti archeologici.
Chiuso il 1° e il 6 gennaio, il 1° maggio e il 24, 25 e 31 dicembre.
Alameda Sundheim, 13, 21003 Huelva